martedì 26 agosto 2008

Comunque sia

Comunque sia, sulla base di questi e di altri documenti soprattutto in inglese (ricordiamoci che la nostra classe politica è in gran parte provinciale e "monoglotta"...oltre che di ristrettissime vedute) è ormai certo che l'attuale crisi non è "di sviluppo" ma il prodromo del declino di una civiltà (il problema è se quei semi di- TRANSIZIONE concreta - che già esistono ovunque nel mondo avranno il tempo di svilupparsi, la capacità di raggiungere una massa critica "d'innesco"ed anche quella di contrastare le derive violente dei poteri forti. Per esempio in America con il cambio di amministrazione (..sempre che non eliminino Obama B.e che il piano di Al Gore abbia sempre più consenso ---> www.wecansolveit.org )è in atto il tentativo d'innescare una rivoluzione economico-sociale basata , anche ,sulle energie alternative( il progetto di Al Gore & company e di riconvertire entro 10 anni l'intero sistema energetico USA con le energie alternative). E per citare un attento e lungimirante analista quale Lester Brown, dal suo straordinario saggio --->"Plan B 2.0" del 2006

" As we contemplate mobilizing to rescue a planet under stress
and a civilization in trouble, we see both similarities and contrasts
with the mobilization for World War II. In this earlier mobilization, there was an economic restructuring, but it was
temporary. Mobilizing to save civilization, in contrast, requires
a permanent economic restructuring."

"In his State of the Union address on January 6, 1942, one
month after the bombing of Pearl Harbor, President Roosevelt
announced the country’s arms production goals. The United
States, he said, was planning to produce 45,000 tanks, 60,000
planes, 20,000 anti-aircraft guns, and 6 million tons of merchant
shipping. He added, “Let no man say it cannot be done.”"

"Mobilizing to save civilization means restructuring the economy,
restoring the economy’s natural support systems, eradicating
poverty, and stabilizing population. We have the
technologies, economic instruments, and financial resources to
do this."

Purtroppo sta di fatto che le decisioni degli attuali governi G7 perseguono la direzione del "businnes as usual"(senza voler considerare i probabili atti di guerra...i quali peggioreranno ulteriormente la situazione planetaria.). E' evidente che hanno in mano tutti i "dati " tecnico-scientifici attualmente in circolazione ,basta osservare piccole uscite a mezza bocca tipo quella del nostro attuale ministro Tremonti il quale in una seduta della Camera qualche settimana fà ha fatto velatamente accenno ad un possibile "rischio'29" entro la primavera 2009... il problema è che gli attuali governi G7 oltre a Cina ed India perseguiranno la strada della crescita a tutti i costi.
Da notare che esistono paesi virtuosi (se lo possono permettere sono ricchi ,pochi ed intelligenti) come la Svezia che hanno recepito e compreso la lezione "predizione"e stanno attuando piani di sviluppo per l'uscita dal "sistema petrolio" entro il 2016...
E che dire della Spagna...della Germania...non ci resta che arrossire..

domenica 24 agosto 2008

documento parziale da: "The Transition Handbook"

ALCUNE CHIAVI INDICATIVE PER CAPIRE QUANTO SIAMO VICINI AL PICCO DI ESTRAZIONE DEL PETROLIO
Come possiamo fare per sapere se siamo al picco o molto vicini a raggiungerlo? Per prima cosa, c'è un modello osservabile che ci fornisce un indicazione.Molte nazioni produttrici di petrolio seguono lo stesso modello - il picco nelle scoperte di nuovi giacimenti tende ad avvenire 30-40 anni prima del picco della produzione.Chiaramente bisogna scoprire un giacimento prima di poterlo sfruttare produttivamente,e la tendenza è di sfruttare per primi i giacimenti più grandi e facilmente raggiungibili.Questo modello è stato già visto in Inghilterra, negli USA,Russia e molte altre nazioni produttrici di petrolio al momento in declino produttivo (vedi scheda).Dato che le scoperte di nuovi giacimenti hanno raggiunto il picco nel 1965,noi potremmo,se applichiamo lo stesso modello, immaginare che siamo arrivati ,o siamo molto vicini, al picco della produzione.Tutto questo fu osservato per primo dal geologo M.King Hubbert, che predisse già nel 1956 il raggiungimento del picco per gli USA nel 1970 (il picco nelle scoperte era stato raggiunto attorno al 1930) fu ridicolizzato,ma la predizione risultò corretta.(15)Un'altro indicatore è che fin dal 2005 la produzione mondiale di petrolio si è stabilizzata tra 84 e 86 milioni di barili al giorno (mbd) a dispetto di un alto prezzo pagato in termini di danni ambientali.(16)Mentre l'economia mondiale cerca disperatamente di aumentarne il consumo (L'Agenzia Internazionale dell' Energia ha predetto che la produzione mondiale raggiungerà i 120 mbd,un numero che pochi nell'industria prendono seriamente in considerazione),e il prezzo del greggio è passato dai 12$ a barile nel 1988 ad oltre 100$ al 1 Gennaio 2008.L'incapacità di tener testa all'incremento della domanda (vedere fig. 4 p. 29) è una forte indicazione che sono sempre più in gioco problemi geologici piuttosto che problemi politici od economici.(17)Le scoperte di nuovi giacimenti sono crollate a partire dal picco del 1965. Questa tendenza alla diminuzione delle scoperte è inoltre dovuta al fatto che sebbene si scoprano sempre nuovi giacimenti la loro grandezza media è in diminuzione. Nel 1940 la grandezza media dei giacimenti scoperti fino a 5 anni prima era di 1.5 miliardi di barili , nel 1960 era crollata a 300 milioni di barili , nel 2004 era soltanto di 45 milioni di barili, e continua a crollare.(18) Infatti durante l'Età del Petrolio sono stati trovati 47.500 giacimenti tuttavia i 40 giacimenti maggiori hanno fruttato il 75% di tutto il petrolio scoperto.(19) Come mostra la fig.2(pag.21) il crollo delle nuove scoperte è stato accompagnato da un incremento dei consumi. Il 1981 è stato l'anno nel quale questa divaricazione e partita, ed è andata aumentando stabilmente fin d'allora, fino ad arrivare al momento attuale nel quale consumiamo circa 4 barili contro 1 barile nuovo scoperto. In pubblico le multinazionali del petrolio parlano di grandi giacimenti e di un ricco futuro.B.P. dichara che "non c'è un problema di riserve".Exxon che" non c'è segno di picco".E la Aramco che "non esiste il problema delle riserve". Nel retroscena, tuttavia, tutte loro sono sempre più consapevoli della natura del problema. Nel Novembre 2006, si è tenuta una riunione a Colorado Spring detta "Hedberg Research Conference su: Lo stato delle riserve mondiali". La conferenza era esclusivamente ad inviti e riuni' insieme manager del industria del petrolio da tutto il mondo,oltre ad istituzioni come l'Agenzia Geologica di Rilevamento USA(USGS), l'Agenzia Internazionale dell'Energia e l'Amministrazione per l'Energia e l'Informazione. I media non erano ammessi, e le tesi presentate non erano scambiate. La manifestazione vide una franca e aperta discussione su temi quali :"la mia compagnia dice questo,ma i dati ci dicono quest'altro."L'intenzione della conferenza era di riconciliare l'enorme differenza nella stima della somma dei probabili giacimenti da scoprire, tra chi da una parte, come l'Agenzia Geologica di Rilevamento USA(USGS),sosteneva gli scenari più ottimistici, e dall'altra parte, i dati contrastanti portati dalle altre Agenzie. Le Multinazionali produssero i dati in loro possesso, i quali non sono mai stati resi pubblici,e tutti insieme cercarono di vedere se un modello chiaro emergesse. I risultati di questa riunione: " Ti mostrerò i miei dati se tu mi mostri i tuoi" furono impressionanti. L'Agenzia Geologica di Rilevamento USA aveva una previsione di 650 miliardi di barili ancora da scoprire, ma alla fine la conferenza raggiunse un accordo su una misura di 250 miliardi. Argomentò inoltre che i giacimenti di petrolio non convenzionale (Sabbie catramose,giacimenti in acque profonde etc.) non avrebbero prodotto mai più di 4 - 5 milioni di barili al giorno, e comunque a caro costo,una cifra molto al disotto di quella fornita dall'USGS. Questo tipo di riunione confidenziale dietro le scene fu anche strumentalizzata agli inizi della discussione sul cambiamento climatico , che avrebbe poi portato alla formazione del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (I.P.C.C.).Un ulteriore indicatore che ci suggerisce la vicinanza del picco è la natura delle nuove scoperte per le quali il mercato si eccita in questi giorni, le quali sono viste come quelle che appianeranno la situazione di deficit creato dalla produzione di petrolio convenzionale che inizia a diminuire. Una delle nuove riserve di petrolio "non convenzionale" che stà creando eccitazione è quella delle sabbie catramose in Alberta, Canada. Il problema delle sabbie catramose è che il petrolio e molto denso e viscoso più simile all'asfalto che al petrolio. Ci sono due modi per estrarlo. Il primo e di scavarlo con enormi escavatori, spostarlo con l'aiuto di camion grandi quanto una casa, e lavare le sabbie nell'equivalente di una enorme lavatrice. Circa il 20% è prodotto in questo modo. Il resto è estratto "in situ" pompando vapore ad alta pressione nel giacimendo e poi succhiandolo fuori.(22) Quello che viene fuori è petrolio di bassa gradazione il quale viene poi raffinato in prodotti petroliferi commercializzabili. Se le sabbie catramose dell Alberta sono il meglio che abbiamo a disposizione, allora siamo veramente messi male. In Alberta la stima dei giacimenti è di 175 miliardi di barili , che fanno del Canada uno dei 4 o 5 maggiori produttori mondiali di petrolio. Il petrolio contenuto nelle sabbie catramose è molto più costoso da prudurre rispetto ad altri giacimenti di petrolio, ma con il prezzo del greggio in aumento, questi giacimenti difficili da estrarre diventano sempre più finanziariamente convenienti. Le multinazionali del petrolio si stanno muovendo verso la zona, e Fort McMurray la principale citta della zona, stà diventando una città del boom.Clive Mather,CEO della Shell Canadese,descrive le operazioni della Shell nell'area come l'impresa più imponente che abbia visto fare dalla sua compagnia. Gente da tutto il mondo si stà spostando là per la "nuova corsa dell'oro".(23)L'estrazione del petrolio dal catrame sabbioso è qualcosa di molto simile al cercare di estrarre tutta la polvere di cacao da una torta al cioccolato. Greenpeace ha stimato che per il 2011 le emissioni di biossido di carbonio risultanti dalla lavorazione del catrame sabbioso saranno superiori ad 80 milioni di tonnellate di CO2 equivalente ,maggiore di quella attualmente emessa dall'intero parco macchine del Canada.(24) Lo sfruttamento dei giacimenti di catrame sabbioso richiederanno inoltre l'abbattimento di vaste aree di antica foresta boreale.Le 2 principali debolezze del processo di produzione sono : in che modo è prodotto il vapore che serve a separare il petrolio dalla sabbia, e da dove arriva l'acqua per fare tutto quel vapore.Si prende del gas naturale , prezioso e pulito (una risorsa anch'essa in diminuzione) (25) e lo si brucia per ottenere vapore per produrre "synfuel" un petrolio di bassissima qualità. Questa è follia. Non la "corsa all'oro". Infatti Matt Simmons un banchiere del settore investimenti nell'industria energetica una volta lo ha descritto cosi: "Amici , abbiamo solo trasformato oro in piombo" (26). Stiamo letteralmente grattando il fondo del barile, e piuttosto che negare l'evidenza del picco del petrolio - come quelli che dicono " guarda ce n'è ancora una montagna" propongono - tutto questo conferma la tesi del picco del petrolio: e cioè che abbiamo raggiunto il punto mediano dell'età del Petrolio e che l'era del petrolio a basso costo e chiusa per sempre.Un solo copertone per uno degli enormi camion costa più di 40.000£. L'estrazione di petrolio dai giacimenti di catrame sabbioso è conveniente solo se il prezzo del petrolio rimane ad alti livelli, ma dobbiamo anche chiederci quanto debba aumentare il prezzo del gas naturale prima che la produzione di petrolio dal catrame sabbioso torni ad essere sconveniente. L'altro fattore limitante in questo tipo di produzione assieme al basso prezzo del gas naturale,è l'acqua. E' stato stimato che ci vogliono dai 2 ai 4 barili di acqua per ogni barile di petrolio prodotto da catrame sabbioso. (27) La quantità di acqua che può essere estratta dal fiume Athabaska è finito, ed è uno dei maggiori fattori limitanti questo tipo di produzione. Malgrado l'estrazione di petrolio dal catrame sabbioso sia ,evidentemente, una pazzia ,grandi quantità di denaro vi si stanno riversando , e questo è dovuto, in parte, anche al fatto che è uno dei pochi posti al mondo rimasto aperto agli investimenti privati nel campo della produzione di petrolio.Potremmo a questo punto fare un analogia con un pub(bar). La perforazione convenzionale di un pozzo di greggio come accade in Arabia Saudita, è come essere seduti al banco mentre un gentile cameriere vi spilla il bicchiere direttamente dal barile in cantina. Il catrame sabbioso e qualcosa di simile al arrivare al bar e scoprire che tutta la birra è finita, ma voi siete cosi' disperatamente alla ricerca di una bevuta che cominciate a fantasticare sul fatto che nei 30 anni passati da quando il bar ha aperto al pubblico, l'equivalente di 5.000 litri di birra sono stati sparsi sui suoi tappeti, quindi voi progettate un processo attraverso il quale, bollendo i tappeti ,riuscirete ad estrarre la birra versata. Questa è la disperata, futile azione di un alcolizzato incapace di immaginare la propia vita senza l'oggetto della sua dipendenza, ed è percorribile solo perchè il prezzo del petrolio è alto e quello del gas naturale è più basso ( essendo l'alto prezzo del petrolio l'unico dei due sul quale possiamo fare affidamento).Un'altra storia recente ci fornisce un'indicazione sulla natura poco rassicurante delle ultime nuove scoperte. Fà riferimento a supposti nuovi enormi giacimenti scoperti nel Golfo del Messico nel 2006, "tra i 3 ed i 15 miliardi di barili" stando alle sovraeccitate notizie di stampa (28)

Risorse, Economia e Ambiente: Fra dieci miliardi di anni

Risorse, Economia e Ambiente: Fra dieci miliardi di anni
http://sullatransizione.blogspot.com/

articolo di Nouriel Roubini The New York Times 11 /08/2008

Articolo sul" Newyork Times"11 Agosto 2008di Nouriel Roubini Professore di Economia alla Harvard University.La Tempesta Perfetta della Recessione Globale
Esiste al momento una sempre più elevata probabilità che l'economia globale,e non più solo quella statunitense,possa sperimentare una grave e protratta recessione.Macro sviluppi nelle ultime settimane suggeriscono che al momento tutte le economie dei G7(il gruppo dei paesi a maggior sviluppo economico,U.S.A.,U.K,Giappone ,Germania,Francia,Italia e Canada) sono già in recessione o prossime ad entrarci.Altre economie sviluppate o mercati emergenti (il resto dell'Eurozona incluso Spagna.Irlanda ed il resto dei paesi aderenti all'Europa;Nuova Zelanda,Islanda,Estonia,Lettonia ed alcune altre economie del sud est Europa) sono ugualmente vicine ad un duro crollo recessionario.E quando questo gruppo di oltre 20 economie entra in recessione ci sarà una rapida ripercussione e conseguente decrescita nel BRIC's (Brasile, Russia,India e Cina) ed in altre economie di mercato emergenti. L'I.M.F. definisce una recessione globale come un tasso di crescita globale al di sotto del 2.5% mentre le economie di mercato emergenti crescono normalmente molto più rapidamente(6%) delle economie avanzate dove la crescita media è circa del 2%. Per esempio,un paese come la Cina-che perfino con un tasso di crescita maggiore del 10% ha ufficialmente migliaia di rivolte e proteste ogni anno - ha bisogno di spostare 15 milioni di contadini poveri verso le industrie nelle città che offrono paghe più alte ogni anno solo per mantenere la leggittimità del suo regime; Quindi per la Cina un tasso di crescita del 6% sarebbe l'equivalente di un grave crollo recessivo.A questo punto sembra probabile che,per la fine dell'anno o i primi del 2009, l'economia mondiale entrerà in una recessione.
Vediamo di entrare nel dettaglio sui perchè una recessione globale è al momento probabile...
Questa recessione globale è stata alimentata da una serie di fattori:l'esplosione della bolla speculativa del mercato immobiliare in molte economie (U.S.,U.K,Spagna,Irlanda ed altri.Membri dell'Eurozona);l'esplosione dell'enorme bolla creditizia in paesi dove il costo del denaro e l'accesso al credito è stato troppo facile e per troppo tempo e la supervisione e regolamentazione del credito troppo liberalizzato; la grave erosione nei crediti e nella liquidità consequente la crisi dei mutui e del debito statunitense;la più grave crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione (non tanto grave quanto la G.D. ma seconda solo a quest'ultima);l'erosione della ricchezza e l'effetto degl'investimenti sulla caduta degli stock markets (che sono già caduti globalmente di più del 20%);l' aggravio dell'alto prezzo del petrolio e delle derrate alimentari per le economie fondate sulle loro importazioni;l'effetto globale sui collegamenti commerciali della recessione statunitense (dato che gli USA contano ancora per il 30% sul pil globale); la debolezza del dollaro che stà riducendo la competitività di quei paesi che esportano largamente negli USA;gli effetti della stagflazione sugli alti prezzi del petrolio e delle materie prime che forzano le banche centrali ad aumentare i tassi d'interesse per combattere l'inflazione in un momento nel quale ci sono gravi rischi di decrescita e nella stabilità finanziaria.Negli USA i dati suggeriscono che l'economia è entrata in recessione nel primo trimestre di quest'anno dato che i 5 indicatori usati per definire uno stato di recessione (PIL,occupazione,produzione,stipendi e vendite) hanno tutti raggiunto il picco e quindi hanno cominciato a contrarsi tra Ottobre 2007 e febbraio 2008. L'economia è rimbalzata in una recessione - a doppia w - nel secondo trimestre, stimolata dall'effetto temporaneo sui consumi del taglio delle tasse per 100 miliardi di $.Ma questi effetti svaniranno a fine estate mentre i fattori più radicati colpiranno il consumatore statunitense impossibilitato nel fare acquisti,risparmiare,ed oberato di debiti: il valore degli immobili crollerà ;il valore dei titoli crolleranno;l'erosione del credito nei mutui e nei debiti del consumatore( carte di credito,finanziamenti per auto,prestiti per studenti);aumento del debito e del debito rapportato alla fornitura come mutui ed altri tassi d'interesse per il debito al consumatore si stanno reimpostando verso l'alto; aumento della benzina e dei beni alimentari; crollo della fiducia del consumatore; e cosa più importante, una caduta dell'occupazione per 6 mesi di fila.Fattori similari sono in gioco in UK,Spagna ed irlanda dove la bolla immobiliare sta per esplodere insieme con l'eccessivo debito creditizio dei consumatori che porterà quindi alla recessione.Ma anche in Italia,Francia,Grecia,Portogallo,Islanda e nelle economie del Baltico i sopravvalutati mercati immobiliari stanno cominciando a sgonfiarsi. Più in generale e infaustamente tutta la Eurozona è ormai indirizzata verso la recessione incluse le tre maggiori economie dei G7:Germania ,Francia ed Italia.L'esplosione della bolla immobiliare;gli effetti dell'erosione sul credito e la liquidità che ha colpito anche i mercati finanziari Europei limitando le possibilità delle aziende Europee nell'accesso al credito,negli affitti e negli investimenti;la caduta del export verso i traballanti USA;elevati prezzi del petrolio e delle derrate;la perdita di competitività nell export dall'Eurozona a causa della sopravvalutazione del Euro;e la politica da usuraio della BCE che -al contrario della US Fed.che ha un'aggressiva politica nel taglio dei tassi d'interesse- ha da prima trattenuto i tassi e li ha recentemente rialzati per contenere l'inflazione.Non c'è quindi da meravigliarsi se la produzione,le vendite e la fiducia di consumatori ed aziende stanno tutti crollando nell'intera Eurozona.E quindi la crescita nel secondo trimestre del PIL Eurozona sarà ancora peggiore-vicino allo zero- che negli USA, mentre la futura crescita a venire si prospetta anche peggiore.Delle rimanenti economie G7 il Giappone è già in contrazione.Il Giappone cresce in maniera modesta per 2 ragioni: forti esportazioni verso gli USA ed uno yen debole.Al momento le esportazioni verso gli USA stanno crollando mentre lo yen non è più debole come prima.In cima a questi 2 traumi 2 altri traumi stanno spingendo il Giappone verso la recessione:Alti prezzi del petrolio per un paese che importa tutto il petrolio che consuma; e crollo dei lucruosi affari speculativi e della fiducia.L'ultima delle economie del G7,il Canada dovrebbe aver beneficiato dagli alti costi dell'energia e delle derrate;ma il suo PIL si è già contratto nel primo trimestre.Con 1/4 del suo PIL esportato verso gli USA ed essendo questo 3/4 del suo intero export ,l'economia del Canada è completamente dipendente dalla malata economia USA già in contrazione.Quindi letteralmente ogni singola economia del G7 è al momento avviata verso un duro atterraggio recessionario.Ed ora altre minori economie (gran parte dei nuovi membri della UE che hanno tutti grandi conti in deficit) sono a rischio di un improvvisa interruzione di capitali e sul flusso delle rimesse di capitali che potrebbe innescare un atterraggio duro.Un simile atterraggio duro sta già avvenendo in Lettonia,Estonia,Islanda e Nuova Zelanda.Questa recessione nel G7 porterà prossimamente ad una rapida decrescita nelle emergenti economie di mercato trascinando probabilmente l'intera economia globale in una recessione.Questo rallentamento nella crescita delle economie di mercato emergenti poggia su una serie di fattori.Quelle economie dipendenti dal export verso gli USA ed Europa aventi conti in positivo ( come Cina, gran parte dell'Asia e molte altre mercati emergenti) soffriranno per la recessione dei G7; quelli con un largo deficit sull'import ( India,SudAfrica e venti altre economie nell'Est europa dal Baltico alla Turchia ) potranno soffrire della stretta creditizia globale e dell'improvvisa mancanza di capitali; Quelli che sono esportatori di materie prime (Russia,Brasile ed altri simili esportatori nel Medio Oriente,Asia,Africa ed America Latina ) soffriranno per il grosso calo dei prezzi dell'energia e delle materie prime le quali cadranno probabilmente di un 30% rispetto al picco raggiunto a seguito della recessione dei G7 e del rallentamento della crescita globale;Quelli che hanno permesso alle loro valute la sopravvalutazione rispetto al dollaro sperimenteranno una rapida decrescita nelle esportazioni ; quelli che stanno avendo aumenti dell'inflazione ed ora hanno inflazione a due cifre (più di 30 economie di mercato emergenti ) dovranno alzare i tassi d'interesse per combattere la decrescita inflazionaria;e quelli che hanno lasciato -con una politica fallimentare del credito e monetaria- che l'inflazione salisse troppo sperimenteranno una perdita di competitività nelle esportazioni dato che l'inflazione porta ad un aumento reale dei tassi di scambio.
Mentre il prezzo del petrolio e delle materie prime - al momento in discesa del 15% rispetto ai recenti picchi - ridurranno in qualche modo le forze della stagflazione nell'economia globale, l'inflazione è per ora sempre più trincerata - attraverso un circolo vizioso di aumento dei prezzi,degli stipendi e dei costi - in molti mercati emergenti nella trappola dell'aspettativa di alti tassi d'inflazione. Cosi questa alta inflazione tratterrà l'abilità, di rispondere al rischio di diminuzione della crescita,da parte delle banche centrali. Nelle economie avanzate l'inflazione diverrà un problema senza fine per le banche centrali mentre l'indebolimento nei mercati dei beni ridurrà il potere d'acquisto delle aziende; cosi come un indebolimento del mercato del lavoro - con un aumento della disoccupazione - terrà il costo del lavoro e degli stipendi alla corda; cosi come la rapida caduta dei prezzi delle materie prime smorzerà questa sorgente inflattiva.
Al momento tutte le banche centrali dei G7 sono preoccupate del temporaneo aumento del titolo inflattivo.Cosi per ora tutte loro stanno trattenendo o minacciando d'intraprendere politiche dei tassi miranti a contenere potenziali rischi d'inflazione. Ma nel tempo gravi rischi di recessione ed un rischio di grave crisi bancaria e finanziaria - con perdite nel credito al momento stimate al meno da 1 trillione di $ fino alla possibilità di arrivare a grandezze dell'ordine di 2 trillioni di $ con centinaia di banche in fallimento - forzerà la banche centrali dei G7 a tagliare ulteriormente i tassi.Ma questa politica sarà probabilmente troppo lenta e ritardata, specialmente fuori dagli USA,ed accadrà solo quando la recessione globale e dei G7 sarà ben radicata. Quindi, la politica attuata in risposta a questa tempesta perfetta che ci stà arrivando addosso sarà troppo debole ed in ritardo per prevenirla.
Nouriel Roubini

Prefazione del libro "the Transition Handbook"

PREFAZIONE
Di Richard Heinberg
Autore di "La festa è finita" "Rallentare" "Tutto arriva ad un picco"e "Protocollo sull'esaurimento del petrolio" "The Party's over" "Powerdown" "Peak's Everything" "The Oil depletion protocoll"
Ho incontrato per la prima volta il fenomeno della Transizione nel Novembre del 2006, quando Rob Hopkins mi invitò a tenere una conferenza serale a Totnes, nel Devon.Sapendo che questa era una città piuttosto piccola, speravo che almeno 50 persone si sarebbero presentate. Invece oltre 400 si affollarono nel salone più grande disponibile. La stessa cosa successe qualche giorno dopo a Penzance , in Cornovaglia, quando Jennifer Gray mi invitò a dare l'avvio della Transizione di Penwith; ed ancora qualche mese dopo la stessa cosa avvenne a Stroud.Chiaramente si stava sviluppando un modello. La persone presenti a questi eventi non erano semplici curiosi; stavano mordendo il freno dalla voglia di fare qualcosa di costruttivo nelle loro comunità a proposito del Picco di estrazione del Petrolio e del Cambiamento Climatico. Rapidamente capii che il virus della Transizione era la cosa più eccitante che stesse avvenendo in Gran Bretagna.Il 5 Agosto 2007 la BBC Radio Scozzese mandava in onda un servizio intitolato "Città si preparano per il raggiungimento del Picco del Petrolio" che iniziava con Rob che definiva l'impegno della Transizione come " uno dei più dinamici ed importanti movimenti sociali del 21esimo secolo". Il resto del radio programma forniva abbondanti particolari a supporto di questo giudizio.Molto del "rumore" attorno alla Transizione può essere riportato direttamente a Rob Hopkins stesso. Un insegnante di Permacultura specializzato nella progettazione di principi ecologici, è per natura un uomo di buon temperamento ,pratico ed intelligente, un padre di famiglia con nessun apparente impegno altro che la sopravvivenza dell'ecosistema ( gli piacerebbe che i suoi figli avessero un pianeta decente in cui vivere ).Nel 2003 Rob insegnava a Kinsale, in Irlanda quando per la prima volta senti' parlare del Picco d'estrazione del Petrolio direttamente dal maggiore esperto mondiale in materia, il geologo petrolifero Colin Campbell. Dopo aver condiviso le informazioni con i suoi studenti, Rob lavorò insieme a loro per creare il piano di Decrescita energetica di Kinsale, che fu in seguito adottato come politica dal consiglio comunale. Fu la prima strategica comunità a pianificare un documento del genere. Processi simili di decrescita energetica pianificata sono ora in corso di attuazione in altre piccole e grandi città ( compreso Portland, in Oregon ed Oakland, in California) ed in almeno una nazione industrializzata (la Svezia).Quindi Rob decise di organizzare una conferenza sul Picco del Petrolio a Kinsale nel giugno del 2005 intitolata "Riforniamo di Carburante il Futuro" dove iolo incontrai per la prima volta. Dopo esser tornato in UK per completare il suo dottorato, Rob decise di portare il processo di preparazione al Picco del Petrolio fuori della sua classe iniziando la Città di Transizione Totnes ai primi del 2006. Questa iniziativa decollò come un missile, e cittadini di altre città di tutta l'Inghilterra rapidamente la copiarono.Perchè il fenomeno della Transizione è cosi' infettivo? Mentre ci sono tentativi in corso,in ben più di un centinaio di comunità in tutto il mondo di fronteggiare le incombenti implicazioni del Picco del Petrolio, c'è qualcosa di innegabilmente differente a proposito delle Città di Transizione - un senso di eccitazione ,possibilità, ed impegno. Forse il "rumore" emana in parte dal contaggioso ottimismo di Rob. Ma questo non è culto della personalità, dato che Hopkins è rapido a cedere il palcoscenico ad altri non appena è possibile ed ha progettato il processo di governo del movimento per esser e più "dal basso verso l'alto" che viceversa. Nella mia mente, la migliore spiegazione è che Rob è riuscito a creare una strategia replicabile per imbrigliare i talenti , le visioni e la buona volonta delle persone comuni.Ed ha fatto questo in un momento di straordinario bisogno.E' semplicemente innegabile che noi esseri umani abbiamo di fronte tempi duri. Non solo l'evidenza ci suggerisce che la produzione di petrolio mondiale ha già raggiunto il suo punto massimo ed ha iniziato il suo inevitabile declino, ma anche le previsioni di estrazione del gas naturale nel Mare del Nord, Nord America, e Russia sembrano peggiori che mai. Nel frattempo , nuovi studi sulle scorte globali di carbone suggeriscono un raggiungimento del picco delle estrazioni in meno di 15 anni, mentre la produzione di fosfati ( essenziali per l'agricoltura ) è già in ribasso, cosi' come la produzione di cereali per capita. Il clima globale è stato destabilizzato, con il Polo Nord in corso di scioglimento più rapidamente di qualsiasi più estremistica previsione scientifica , mentre molti paesi stanno già subendo scarsità di acqua potabile. E si potrebbe continuare: se il 20simo secolo è stato quello con la più impressionante crescita in quasi ogni parametro significativo ( crescita demografica, uso dell'energia, livelli di consumo per capita, etc.), il secolo attuale promette d'essere quello caratterizzato da un declino in quasi tutte le stesse categorie, assieme ad eventi metereologici catastrofici, e l'innalzamento delle coste. Al centro della transizione in cui le Iniziative per la Transizione sono impegnate c'è l'energia. Quasi tutta la crescita della popolazione e dei consumi - come anche del progresso tecnologico- che è avvenuta durante il 20esimo secolo può esser attribuito ad una mai raggiunta prima abbondanza di energia a buon mercato, la maggior parte da combustibili fossili, Carbone, petrolio e gas hanno reso possibile l'estrazione e trasformazione di altre risorse naturali ad un ritmo sempre più elevato, portando alla creazione di enormi ricchezze nel mezzo di sempre più ampie zone di distruzione di habitat, inquinamento e caos climatico. L'esaurimento dei combustibili fossili potrebbe essere visto come una buona cosa, dato i tremendi costi ambientali dovuto all'uso di questi combustibili. Ma la dipendenza delle nostre società da petrolio, gas e carbone costituisce un enorme vulnerabilità collettiva, dato che non esistono sostituti pronti a replicare pienamente i loro servigi. Cosi' mentre i combustibili fossili si avviano all'esaurimento, noi assisteremo ad un secolo di contrazione del livello dei consumi che potrebbe portare l'economia globale ad implodere, minando la possibilità di sopravvivenza delle future generazioni. A meno che noi ci allontaniamo da questi combustibili "iperattivi", il supporto del sistema sociale crollerà proprio come il sistema climatico globale viene spinto oltre il punto di non ritorno oltre il quale non ci sarà nulla che l'umanità possa fare per prevenire i peggiori eventi climatici compreso un rapido innalzamento dei mari e la devastazione delle colture. I temi dell'esaurimento delle risorse e del cambiamento climatico convergono e ci costringono ad una intenzionale, co-operativa transizione allontanandoci dai combustibili fossili, il fulcro della strategia per la sopravvivenza dell'umanità per il resto del 21esimo secolo.Nell'insieme , i governi nazionali sono lenti a capire e ad agire su questi imperativi, dato che ci sono troppi interessi coinvolti nel mantenimento dello status quo. Ma se i capi del governi sono cosi' sordi difronte all'enorme crisi che fronteggia l'umanità. Che può fare un cittadino preoccupato?La risposta è ovvia : agire localmente. Questo ha un senso specialmente nella situzione attuale, perchè la rilocalizzazione delle economie sarà uno degli inevitabili impatti della fine dei trasporti fondati sui combustibili a buon mercato.Siamo costretti a produrre le nostre necessità localmente ,comunque; perchè non fare delle nostre vicine comunità l'origine ed il punto focale della nostra intera strategia di transizione energetica?
Rob Hopkins ha raccolto tutto questo nella formula della Transizione fatta in modo che ogni comunità possa entusiasticamente usarla.
Usando i principi della permacultura , la psicologia del marketing sociale,inclusi processi come gli "open space",egli ha trovato un modo, per gente preoccupata dall'apocalisse ambientale,di mettere insieme i propri sforzi,facendo si' che le vivaci azioni collettive finiscano per essere più delle feste che delle marcie di protesta.
Questo libro è una guida a "come fare" per farlo succedere. E' come Rob stesso accessibile , chiaro ed in sintonia con il proprio tempo. Se la vostra citta non è ancora una Città in Transizione ,qui c'è la guida per arrivare ad organizzarne una. Se invece avete la fortuna di vivere in un posto che è già in transizione, non avrete bisogno delle mie raccomandazioni; avrete senz'altro già sentito parlare di questo libro attraverso la rete delle vostre conoscenze.In ogni caso tiratene fuori il meglio: Abbiamo poco tempo e molto da realizzare. E Rob Hopkins ci ha offerto alcuni preziosi strumenti per rendere i nostri compiti più semplici e godibili.
R.Heinberg
Post Carbon Institute
Santa Rosa, California

Reazione

Caro Ugo sospettavo dalla lettura tu fossi un appassionato lettore di S.F., è vero anche io ho trovato nella chiusa della seconda ipotesi ...un
sentore di " religiosità" nel senso di Res - ligare, commovente. che apprezzo molto soprattutto in una persona come te dalla sicura
formazione ,ovviamente, meccanicistico-riduzionista,brrr. pardon ,spero non sia un offesa... ( sono un vecchio amico del Prof. Giorgio Di
Maio ,sebbene di un altra generazione,che tu immagino conoscerai bene) mi piacerebbe sapere anche la tua posizione verso quella che
viene definita la scienza "olistica", F.Capra ,I.Prigogine,Maturana etc. Non sò se tu conosci i "romanzi S.F. di Olaf Stapledon filosofo
inglese scritti negli anni '30.un pò datati ma di sicuro fascino,in particolare lo straordinario "The Star Maker's" ed il prequel"The last and
First Men" il tuo post me li ha riportati alla mente.Se ho ben capito ,dalla tua risposta ai miei debordanti e "fuori luogo" interventi, mi stai invitando a pubblicare sul vostro blog? se è cosi
ammetto di essere lusingato ed interessato ,ma eventualmente, dovrete lasciarmi un pò di tempo per pensare ed organizzarmi; non vorrei
fare la fine del topo , che giustamente ha fatto quel tuo ,ormai famoso, interlocutore...! anche perchè vedo dagli interventi che circolano in
questo ed altri post un attitudine tutta italiana (NON sto parlando dei tuoi) dell'esercizio della "critica pessimistica da poltrona". Sono
anche io sempre più consapevole della deriva catastrofica della nostra situazione come specie ( ed altrettanto consapevole da agnostico
,che il pianeta e l'universo intero continueranno,"tranquillamente" per la loro strada dopo questa ( per ora ancora aperta, breve ---->
))))))--->:-) ma la mia reazione non è nihilista! non voglio stare a guardare, in un momento storico come questo ,in cui la differenza sarà
data, indubbiamente,dalla nascità di una precisa consapevolezza, prima individuale e poi collettiva. Sono processi ,anche questi, con alla
base una funzione esponenziale , sta a noi deciderne la N/esponenziale, tutto sta nel raggiungere la massa critica d'innesco!prima che sia
troppo tardi.Invito tutti gli interessati ad andare a vedere cosa sta già accadendo in altre parti del mondo, dove la gente è meno
lobotomizzata di noi!
www.transitiontowns.org www.wecansolveit.org

a presto e un caro saluto